Procrastinazione ed era moderna – ovvero quando la tecnologia esaspera la mania di rimandare

Vi siete mai trovati a dover fare qualcosa di importante e magari anche abbastanza urgente e di aver perso comunque una marea di tempo a visitare decine e decine di siti inutili o di aver passato mezza giornata a smanettare con il cellulare tra nuove app e giochi vari?

Francamente non credo che i procrastinatori siano un prodotto dell’era moderna. Essendo affetta da questa “malattia” ho letto, nel tempo, una gran quantità di siti ed informazioni relativi alla procrastinazione e mi sono fatta un paio di idee:

A. la costante mania di rimandare nasce dalla paura. Paura di fallire, di non essere all’altezza;

B. nel mio caso la paura di fallire e di non essere all’altezza si associa quasi sempre alla paura di prendere degli impegni. Prendere un impegno comporta una certa dose di responsabilità e la responsabilità, a volte, può essere una cosa spaventosa.

(Per inciso, da quando ho iniziato a scrivere questo pezzo, ho già visitato 3 siti diversi, controllato facebook 5-6 volte, whatsappato un paio di messaggi, cambiato tre stanze della casa, mangiato un gelatino e son passati più di 45 minuti!).

Tenuto conto delle riflessioni prodotte fino ad ora ed appurato che la mania di rimandare è più che altro una condizione psicologica, mi sento di dire che no, i procrastinatori non sono nati assieme al pc, al cellulare, a google, a facebook, ecc…

(4 partite a candy crush saga più una telefonata, 20 minuti)

Eppure, secondo me, non è mai esistita epoca più felice ed allo stesso tempo più distruttiva di questa per i rimandatori seriali.

(25 ore dopo…)

Vi spiego il perché: ogniqualvolta devo iniziare a fare qualcosa, scatta nel mio cervello una leva che fa partire il pilota automatico. Tutto ok, se non si trattasse del pilota automatico più cazzone del mondo! Il suo scopo principale è quello di tenere occupato il mio encefalo il più possibile con attività che gli impediscano di pensare (alle cose più o meno serie). Il meccanismo è semplice: mi alletta con piccole distrazioni promettendomi che, terminata l’ennesima partita a ruzzle, mi lascerà fare ciò che devo fare. Non metto in dubbio che due o tre secoli fa esistessero delle distrazioni, ma vogliamo parlare di quanto sia facile perdersi nei labirinti oscuri di internet per riemergere solo dopo mezza giornata e non capire come sia possibile che il sole sia tramontato e sia già ora di cena?

Se il problema è profondamente grave quando si deve fare qualcosa che non implichi l’uso del pc, esso tocca punte di rovinosa drammaticità quando l’attività da svolgere ne richiede necessariamente l’utilizzo:

“Ok, ora controllo un attimo facebook e poi mi metto al lavoro…wooow, la Claudia ha cambiato il suo stato sentimentale, diamo una sbirciatina al profilo del suo nuovo ragazzo…ho ricevuto una richiesta da Gianfranco per candy crush saga, avrà bisogno del mio aiuto per sbloccare il prossimo mondo…beh, già che ci sono faccio una partitina anch’io…dai, utilizziamo tutte e cinque le vite a disposizione e non ci pensiamo più…ok, è arrivato il momento di iniziare a lavorare, ma prima controllo l’email, non sai mai che la NASA mi ha mandato un messaggio importantissimo per le sorti del pianeta…oh guarda, Brizzi ha postato un nuovo articolo nel suo blog, devo assolutamente leggerlo…ok, adesso si lavora…prima controllo di chi è questa notifica…toh, guarda, Adalgisa ha pubblicato un video sull’uso terapeutico della canapa e sul terrorismo psicologico delle lobby farmaceutiche di 138 minuti, diamo un’occhiata…ok, devo assolutamente prendermi una pausa, ho gli occhi gonfi come una zampogna a furia di stare appiccicata al pc…facciamo un paio di partitine a ruzzle…ecc ecc…”

Ed è un continuo passaggio da un sito ad un altro, video, articoli, recensioni, telefilm…l’elenco è lunghissimo!

Questo è un classico esempio di come le cose utili diventino delle fottute armi se messe nelle mani sbagliate. L’unica cosa positiva che ne è derivata finora, nel mio caso, è l’aver appreso una marea di boiate e di notizie più disparate che, se non altro, servono a farmi passare per una persona più o meno informata. Nel mio caso poi tutto ciò si associa al fatto che il mio cervello ha una capacità particolare nell’apprendere e nell’immagazzinare informazioni ed un’insaziabile curiosità su…praticamente tutto!

Ecco una lista delle mie ultime scoperte fatte di recente:

– la bambina che interpretava Vicky nella serie degli anni ’80 Super Vicky (Small Wonder nella versione originale) ha abbandonato la carriera di attrice subito dopo quell’esperienza, ha oggi 39 anni e fa l’infermiera in Colorado;

-esistono delle persone che soffrono di una sindrome detta narcisistica che instaurano dei rapporti di tipo manipolatorio nei confronti di altre persone che ne diventano inconsapevolmente delle vittime (http://difendersidaivampiriaffettivi.myblog.it/2014/04/11/rinascere-aver-vissuto-abuso-parte-narcisista/);

-in Basilicata è stato brevettato un formaggio ottenuto da un caglio vegetale derivato dal carciofo, il “Carciocacio”;

-in spagnolo, fare le fusa si dice “ronronear” (quanto è dolcemente onomatopeico!);

-c’è un video su youtube in cui un Calderoli in giacca e cravatta viene intervistato ed a prima vista sembra tutto normale, se non fosse che, ad un’inquadratura differente, è praticamente in mutandoni (https://www.youtube.com/watch?v=PlHjj600q70);

-prima di diventare famoso, Jon Hamm (il protagonista di Mad Men) ha partecipato ad un gioco tv intitolato “The big date”, in cui delle ragazze scelgono un ragazzo con cui piacerebbe loro uscire e lui (all’epoca un cameriere 25enne con dei capelli altamente improbabili) viene miseramente scartato da tutte! Sinceramente, nonostante l’aria da cucciolo un po’ sfigatello, io avrei scelto lui! (http://www.darlin.it/zona-zozza/prima-di-essere-famoso-jon-hamm-mad-men-ha-partecipato-ad-un-gioco-tv-di-dating/);

-Nel 2005 il Giappone aveva istituito un programma (Jarpa II) che prevedeva la cattura di balene con scopi scientifici ma che in realtà, di recente, non si è rivelato altro che un escamotage per cacciare le balene per fini commerciali (insomma per magnarsele e nulla più!).

(pausa spuntino e sbirciatina facebook, 25 minuti)

Abbiamo capito che potrei continuare all’infinito ma aggiungerò solo che:

-giocando a ruzzle ho scoperto che nel nostro dizionario esistono tutte le declinazioni della parola bono (e quindi bona e bone) ma non boni; che la parola carota, oltre ad essere un sostantivo, è anche la terza persona singolare dell’indicativo del verbo carotare; che oltre al verbo “dare” esiste anche il verbo “sdare”; ecc. Inoltre sono diventata così brava in questo gioco (grazie ad un allenamento serio e costante) che mi sono anche guadagnata il diritto di avere degli haters di tanto in tanto! L’ultimo di questi mi ha scritto (condivido con voi): “melinaaaa…pijatela ‘n’der culo…te e tutti i cheater…adesso compraci le figurine coi punti rubati…stronza!!!”. Se mi stai leggendo, sappi che le tue accuse mi hanno profondamente ferita, sono una giocatrice onesta io!

Ricapitolando: la procrastinazione è una brutta cosa e la tecnologia, sviluppata per aiutare il progresso dell’umanità, nelle mani di questi luridi rimandatori seriali (me inclusa) non fa altro che ridursi ad uno strumento di distrAzione di massa!

Di recente ho acquisito una certa consapevolezza riguardo ai meccanismi che mi spingono a lasciare che il mio pilota automatico prenda il controllo e mi faccia istupidire come Alba Parietti di fronte a dei nuovi trucchi per nascondere i disastri della chirurgia estetica. L’unico consiglio che mi sento di darvi è di iniziare a fare ciò che dovete fare. Non importa quanto ci lavorerete, non importa quante pause farete, ma vi assicuro che iniziare è la parte più difficile ed una volta superato lo scoglio, sarà più semplice dire al pilota automatico: ora il cervello lo uso io, fra una mezz’oretta te lo presterò per un po’.

 

Procrastinazione ed era moderna – ovvero quando la tecnologia esaspera la mania di rimandareultima modifica: 2014-06-10T20:42:43+02:00da melinapatata
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