Riflessioni notturne

Rieccomi ad un anno dall’ultimo post. Sono mesi che ho voglia di scrivere ma, per un motivo o per l’altro, non l’ho mai fatto. Fino ad oggi.

Non so esattamente cosa scriverò, per la prima volta ho iniziato un post senza avere nessuna idea ed è imbarazzante ma ho l’impressione di non saper più scrivere, di non essere in grado di creare due frasi decenti di seguito.

Però so che oggi ho voglia di essere sincera. Niente più ironia facile per coprire cosa ho dentro veramente, niente più maschere.

Vi è mai capitato di avere in mente un’idea di ciò che volevate essere, di come volevate fosse esattamente la vostra vita?

Questa ero io quattro anni fa. Mi sentivo stretta in quel minuscolo paese di provincia, troppe costrizioni, legami soffocanti. Avevo bisogno di allontanarmi e di non guardarmi indietro. Qualche anno fa sognavo di partire, di andare a lavorare all’estero, di fare carriera e, perché no, metter su famiglia con uno straniero.

Questo pensiero mi ha accompagnata per anni, anche quando le cose sembravano andare in tutt’altra direzione, quando per esempio ero certa che avrei accantonato quei progetti perché in una lunga relazione che poteva aver ragione di esistere solo se fossi rimasta nel luogo in cui mi trovavo. C’era sempre questo anelito in un angolino della mia mente, questa straziante lacerazione tra due forze di egual misura, una mi teneva inchiodata con le sue forti radici, l’altra mi spingeva timidamente a guardare lontano.

La vita è così. Ci struggiamo per ottenere ciò che vogliamo ma la verità è che accade solo quello per cui siamo pronti e ad un certo punto le cose hanno iniziato a succedere nella mia vita.

Sono partita. Situazioni sconosciute, persone nuove, culture diverse. All’improvviso tutto era eccitante. Ho avuto dei momenti bui, ma sapevo che erano necessari per arrivare dove volevo andare.

Per un po’ di anni ha funzionato. Il mio ego si è alimentato dei miei piccoli successi, della voglia di rivalsa. Avevo finalmente preso le distanze da tutto e da tutti. Prendere la vita che avevo lasciato alle mie spalle a piccole dosi, solo questo poteva renderla tollerabile. Tornare a casa per le vacanze, brevi incontri con i vecchi amici (quei pochi rimasti almeno), videochiamate settimanali con la famiglia.

Eppure da un po’ di tempo continuo a chiedermi se è davvero questo ciò che volevo. Dovrei sentirmi “arrivata” in qualche modo. Sono esattamente dove avrei voluto essere qualche anno fa.

Ma mi sento come se fossi in un lungo esilio volontario, come se ad un tratto dovesse finire, pur avendo creato l’alibi perfetto per non avere modo di ritornare sui miei passi.

Eppure se penso alla malsana idea di mollare tutto e di ritornare là, da dove sono partita, mi sembra una follia. Non sono più la stessa persona che è andata via senza guardarsi indietro. Le mie radici sono molto deboli, tenute insieme solo dal legame con la mia famiglia. In fondo credo di esserci nata così. Proiettata verso l’altrove, aperta al mondo e allo stesso tempo chiusa in me stessa.

Mi ritrovo in questo limbo, incapace di decidere a cosa e a chi appartengo. Ancora una volta lacerata nel profondo, corrosa dall’ansia di vivere e dalla paura di decidere che cosa ne sarà di me.

Soffro perché mi sento tagliata fuori. Mi sono tagliata fuori. Sono scomparsa dai radar, sono solo un ricordo sbiadito nella mente di alcuni. Con quale freddezza chirurgica ho reciso i legami.

La non appartenenza.

Ma allo stesso tempo non riesco ad immaginare una vita in cui mollo tutto e torno indietro. Quei meccanismi tossici, quell’ambiente statico privo di opportunità, quella vicinanza pericolosa a luoghi e persone.

Ansia che mi corrode. Paura di aver creato nuovamente una prigione, di altra natura ma pur sempre una prigione.

Sarebbe bello chiudere gli occhi in una soleggiata mattina d’estate, lasciarsi cullare dalle onde del mare. La mente vuota e il cuore aperto.

Riflessioni notturneultima modifica: 2019-08-25T01:59:46+02:00da melinapatata
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