Chi non muore si rivede – 3

Correva l’anno 2016, il 12 giugno, per l’esattezza, partorivo il mio ultimo post per poi abbandonare il blog nell’oblio.

Chiaramente nessuno se n’è accorto, fino all’altro ieri!

Era una sera di agosto, come al solito ero sul divano a vegetare di fronte ad una serie tv (non una qualsiasi, per la verità, guardavo le terza stagione di Friends per la centesima volta). Il suono di una notifica. Una mail. Qualcuno ha commentato il tuo post.

Cara Sara, se non lo sapessi, hai portato un raggio di luce in questa valle oscura che è diventata ormai la mia vita. Sì perché, purtroppo, alla fine ho ceduto e sono entrata anche io nell’adultità (ma perché non esiste questo termine in italiano? Farò appello all’Accademia della Crusca, altro che petaloso, pensiamo a qualcosa di veramente utile).

Ma andiamo con ordine. Immagino che sarete tutti curiosi di sapere cosa ne è stato della mia interessante e super procrastinante vita. L’ultima volta che ho scritto ero in Polonia, in quello sperduto paesino a fare un servizio di volontariato europeo. Verso la fine del progetto ho scoperto che in Polonia è molto facile trovare un lavoro, quando non te lo tirano proprio dietro. Per cui, armi e bagagli, e mi sono trasferita a Cracovia. E qui vivo, da più di un anno e mezzo.

Lo so che non v’importa molto dei dettagli, siete tutti in ansia di sapere se alla fine sono guarita dalla procrastinite cronica.

La risposta a questa domanda è un po’ complessa. Se guardiamo il quadro generale della situazione, un po’ sono migliorata. Ho un lavoro, lavo e stiro i miei vestiti, sopravvivo alla fame facendo la spesa e cucinando, ho una minima vita sociale che mi permette, di tanto in tanto, di scambiare due parole con degli esseri umani al di fuori del lavoro. Diciamo che ad una prima occhiata sembro un membro rispettabile della società.

Ma. ahimè, this is just the big picture! Se guardiamo nel dettaglio la situazione è tutt’altro che rosea. Ecco alcuni esempi indicativi:

-dopo aver trovato lavoro, la mia azienda si è occupata delle pratiche per farmi avere il NIP, un numero identificativo attraverso il quale pagare le tasse. Diciamo però che il NIP non è l’ideale, il vero numero che serve, per esempio, se vai in ospedale e devi provare che hai la copertura sanitaria, oppure se vuoi acquistare un’auto o fare un altro milione di cose è il PESEL. Essendo una cittadina dell’unione europea, richiedere il PESEL è una cosa semplicissima che richiede 10 minuti di tempo in un qualsiasi ufficio governativo. Sono andata a richiedere il mio due settimane fa, dopo un anno e nove mesi.

-Ho una piantina di nome Angelina, miracolosamente sopravvissuta da quando mi è stata regalata nell’aprile del 2016. Nel luglio dello stesso anno è quasi morta per incuria delle mie coinquiline a cui l’avevo affidata per 10 giorni essendo andata in vacanza (maledette st*****). Non sono riuscita a portarla subito con me quando mi sono trasferita a Cracovia per cui l’ho affidata ad un’amica che me l’ha riportata quasi 3 mesi dopo. La mia Angelina è ancora viva (più che altro perché il mio ragazzo la innaffia regolarmente, non mi aspetto che viva di soli pensieri positivi che le invio di tanto in tanto), però ha bisogno di essere trapiantata in un vaso più grande. Abbiamo iniziato a parlarne lo scorso anno. Poi è arrivato l’inverno e abbiamo deciso che sarebbe stato meglio aspettare la primavera, per permetterle di avere il sole e vivere il trapianto in maniera meno traumatica. Ad aprile abbiamo acquistato un vaso e lo abbiamo messo temporaneamente di fianco ad Angelina. Epilogo: circa 3 settimane fa (a luglio), mentre cercavo di aprire la tenda, il vaso è caduto (tra l’altro colpendo il mio alluce nella caduta) frantumandosi in mille pezzi. Angelina è ancora lì, nel suo vecchio e piccolo vaso di plastica, in attesa, come Edward mani di forbice, di avere un giorno un vaso più grande che le permetta di essere come tutte le altre piante.

-Nel mio piccolo appartamento c’è un materasso in più. Vi spiego. Vivo in un piccolo appartamento così composto: ingresso, bagno, cucina e soggiorno (separato dalla cucina da una porta) più un piccolo soppalco. L’inquilino precedente aveva trasformato il soggiorno in una camera da letto, in più sul soppalco c’era un materasso che appartiene alla proprietaria e che utilizzava per gli ospiti. Noi abbiamo deciso che quella stanza l’avremmo utilizzata come soggiorno e avremmo dormito sul soppalco. L’inquilino però ha lasciato il suo letto nell’appartamento, per cui lo abbiamo smontato in piccoli pezzi (grazie ikea!) e lo abbiamo riposto nella minuscola cantina che abbiamo a disposizione. Per varie ragioni che non sto qui a spiegare, il materasso è rimasto nell’appartamento (non può andare in cantina) e, per un certo periodo (che doveva essere temporaneo), lo abbiamo messo sotto a quello che era sul soppalco (per cui dormivamo su due materassi). A giugno abbiamo avuto degli ospiti ed abbiamo sistemato uno dei due materassi (quello della proprietaria) nel soggiorno. Ci siamo accorti che quello del vecchio inquilino era molto più comodo, per cui abbiamo deciso di contattare la proprietaria e chiederle di rimuovere il suo. Questo succedeva due mesi fa, il secondo materasso è ancora in piedi appoggiato al muro semi-nascosto dietro all’armadio, ormai parte dell’arredamento. La proprietaria non è mai stata contattata.

Questi sono solo dei piccoli scorci di vita di una procrastinatrice cronica. Ma se è vero che il lupo perde il pelo ma non il vizio, per quanto riguarda le questioni importanti, quelle che contano davvero, alla fine ci sono riuscita a rompere il circolo vizioso e disincastrarmi da quella staticità che mi stava distruggendo pian piano.

Questo vuol dire che c’è speranza per tutti!

 

 

Chi non muore si rivede – 3ultima modifica: 2018-08-19T00:58:44+02:00da melinapatata
Reposta per primo quest’articolo