Procrastinatori e rapporti sociali – ovvero “lo/a chiamerò domani”

Ciao a tutti, cari e numerosi lettori.

La scusa per non aver aggiornato il blog per più di due mesi, questa volta, è che mi si è scassato l’hard-disk e lo sapete quali possono essere i miei tempi di risoluzione dei problemi. Tra l’altro, avevo notato che c’era qualcosa di strambo nel mio pc (in un’occasione si era spento di botto mentre guardavo una puntata di Buffy in streaming) e, presa dalle ansie di attaccamento alle mie cose, in un momento di consapevolezza avevo fatto il back up di tutta la mia m***a telematica su un hard-disk esterno preso in prestito dal mio boyfriend, giusto qualche giorno prima del fattaccio. Momento consapevolezza sul fatto che la procrastinazione non ripaga mai.

Poi, come premio per essere stata così avveduta, mi sono concessa un mesetto prima di andare a comprare un hard-disk nuovo. Non giudicatemi, vivo in Salento! Eravamo in agosto! Pietà!

E’ da un po’ che penso a questo post ma, dopo aver passato un’estate in incognito e aver ridotto al minimo le mie interazioni con il mondo esterno, direi che questo è il momento giusto per parlare dei miei rapporti sociali, pardon, di come li gestisco, perché per parlare dei miei rapporti sociali bastano due righe, ma sulla loro gestione Freud ci farebbe un bel trattato.

Ovviamente un procrastinatore che si rispetti sa bene come rimandare tutto il rimandabile, in tutti gli aspetti della vita quotidiana; le interazioni sociali non fanno di certo eccezione, anzi meritano un capitolo a parte.

Per quanto mi riguarda, il motivo principale per cui generalmente non eccello nel riuscire a costruire dei rapporti di amicizia profonda e duratura è che essi richiedono impegno ed una buona dose di responsabilità.

Parto già un po’ svantaggiata in quanto abbastanza riservata sulle mie cose. Diciamo pure che se mi suddividessero in strati, troverebbero quasi subito una corazza di tungsteno con inserti in diamante. Questo ovviamente non aiuta, poiché un rapporto che rimane sulla superficie delle cose non ha generalmente vita lunga.

Il tutto si aggrava quando tra gli ingredienti di un rapporto si aggiunge la distanza. Odio parlare per telefono e più le interazioni con una persona diminuiscono, i messaggi si diradano, più provo imbarazzo nel fare una telefonata. Un ringraziamento speciale va ai creatori di whatsapp: a volte un emoji vale più di mille parole!

Negli anni mi sono anche convinta di essere affetta da diverse patologie sociali (la più recente è il “disturbo evitante di personalità”), tutte ovviamente auto-diagnosticate, ma il motivo per cui i miei contatti con le persone si indeboliscono risiede probabilmente nel mio essere quasi sempre al centro di una delle mie tante crisi esistenziali e, quindi, particolarmente centrata su me stessa. La prima cosa che faccio in questi momenti è rimandare i miei impegni sociali. Divento schiva, rispondo con ritardo ai messaggi, rimando le telefonate, in poche parole: mi faccio i c***i miei!

C’è da dire che questa mia personalità sensibile ed impacciata fa di me un’ottima osservatrice, poiché, invece di parlare e agire, osservo, per l’appunto. Di solito mi bastano alcuni minuti per capire esattamente chi ho di fronte e quindi la maggior parte delle volte decido coscientemente di non approfondire un rapporto. Accetto e comprendo tutti, ma a pochi concedo di entrare nel mio cerchio di sicurezza sociale, in cui al momento ci sono tipo 3 o 4 persone, tutte perfettamente coscienti di come sono fatta e di come gestisco i miei rapporti. Del resto una delle mie più care amiche, da quasi 10 anni, è la persona più procrastinatrice e confusa che conosca. Della serie “chi si assomiglia si piglia”!

Sinceramente non so se tutti i procrastinatori riscontrano i miei stessi problemi sociali, se si comportano come me o se le mie inibizioni sono frutto di qualcos’altro che non ha a che fare con la procrastinazione.

In passato questa cosa mi faceva soffrire, ora ho più o meno capito che non c’è niente di male nell’essere una persona che la maggior parte delle volte preferisce i libri e i film in solitaria piuttosto che le uscite di gruppo (e quando parlo di gruppo mi riferisco agli amici del mio ragazzo che, dopo 7 anni, definisco ancora “amici del mio ragazzo”).

Già mi vedo, vecchia e rimbambita, seduta vicino al caminetto, con un libro, una birra e uno dei miei molteplici gatti accoccolato sulle mie ginocchia: that’s the dream!

 

 

 

 

 

 

 

 

Procrastinatori e rapporti sociali – ovvero “lo/a chiamerò domani”ultima modifica: 2015-09-22T23:35:49+02:00da melinapatata
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